mercoledì 16 dicembre 2009

AVVENTO...

tavolo con bigliettino


Come ogni anno siamo arrivati a metà mese di dicembre, comincia il conto alla rovescia che ci porta alle festività natalizie. Il Natale purtroppo è una festa triste, perchè mette in risalto le ipocrisie che circondano l'uomo dei nostri tempi e forse in maniera meno accentuata quelle del passato. Guardandoci intorno non c'è molto da stare allegri.
Il mio bigliettino di auguri è rimasto sul piano di lavoro, è fermo lì dove è nato, non verrà mai spedito. Così anche l'uomo che si festeggia è rimasto lì, dove è nato, fermo da più di 2000 anni. Fermo, insieme alla sua parola più bella, amore...

Buone feste !!!

giovedì 3 dicembre 2009

lo straordinario metropolitano

Ogni cittá ha i suoi lati nascosti, insoliti, straordinari che contribuiscono a plasmare la sua vera identitá. Per coglierli bisogna andare oltre all'apparenza e alle retoriche posticce da cartolina e palle di vetro con la neve dentro. Occorre spingersi oltre, addentrandosi nell'identitá urbana... diceva Calvino, 'Le cittá, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure'. Armati di coraggio, spirito di avventura e soprattutto di una macchina fotografica: tocca a te, proprio a te, portare alla luce l'anima eccentrica della tua cittá!

Così recitava il bando del concorso del tuttocittà... Ha vinto la foto di una veduta del castel dell'ovo, cosa sarebbe successo se avessi mandato questa foto ? A me sembrava perfetta per esprimere l'anima eccentrica di Napoli.

...di facciata

lunedì 16 novembre 2009

Uno sguardo sulla città

Uno sguardo sulla città.

Con questa foto che ho scattato al museo Madre di Napoli sono arrivato secondo al concorso fotografico "Eccentricittà-lo straordinario metropolitano".
La foto è stata pubblicata sul Tuttocittà di Napoli.

Questa immagine è un omaggio all'artista Mimmo Paladino e al suo cavallo che domina sul terrazzo del museo e da cui osserva il centro storico di Napoli.

Da questa ho elaborato una seconda foto in cui il cavallo
calato dal cielo entra per conquistarsi uno spazio nel centro dell'Arte.


Cavallo al centro.

mercoledì 21 ottobre 2009

SOR-VOLARE...


Sorvoliamo sul Premio Terna, come disse Virgilio al sommo poeta "non ragioniam di lor, ma guarda e passa"...

Ringrazio chi mi ha votato e le numerose persone a cui è piaciuta l'opera che ho presentato.
Le foto riguardano l'ultima opera ispirata dalla famosa canzone "Nel Blu dipinto di blu".

domenica 11 ottobre 2009

VOTO PREMIO TERNA 2



Con questa opera dal titolo: Bi-sogni futuri
partecipo al premio terna 2 per chi volesse
votarla basta cliccare il link...
http://www.premioterna.it/it/scheda/bi-sogni-futuri
Si può votare fino alle ore 18,00 del 20 ottobre

lunedì 5 ottobre 2009

CARTONI di Enrica Loggi

La poetessa Enrica Loggi che ha visitato la mia mostra di San Benedetto del Tronto, mi ha spedito queste parole, la ringrazio con affetto.

"Cartone: come a dire fatiscenza e provvisorietà del nostro tempo, il respiro di una povertà illustre, non rassegnata, ancora appassionatamente aperta al gioco dell’esistenza, in onda con le giornate di un’arte che si fa povera come per un’investitura e sceglie l’austerità di questo materiale per parlarci di cose labili da raccontare all’eternità.
I confini di questo linguaggio sfumano nel mito, e possono accarezzare i capelli della sirena Partenope che sono onde di spago fermate da un pettine azzurro-mare, o parlarci di un viaggio con la vecchia Napoli nel cuore, inscritto in un altarino mobile, portatile, fatto di una valigia che ha nel ventre l’immagine in fotocopia della città, l’antica cartolina del pino sul golfo col Vesuvio sullo sfondo, chi non la conosce? Un lumino rosso adagiato ad arte davanti all’immagine schiude il pensiero di un amore antico, in una sfumatura d’ironia : la città affidata a un cuore piccolo come un lume-lampada per il viaggio, il ritorno, per sempre.
Man mano che si scorrono con lo sguardo, le “creature” di Giuseppe Piscopo rimandano a una ritrovata infanzia della percezione e del fare, dentro un’arcana sapienza.
L’Arte vi cerca rabdomanticamente la sua materia, suscita eventi, pesca nell’inedito per regalarci parabole visive e visionarie, piccoli e grandi giochi semantici, rimandi al flusso vitale inteso come labirinto, in cui l’artista può e deve operare, secondo una legge interna di libertà ineludibile.
Ciò che “avviene” è come ripescato in un alternarsi di parole-chiave, sciarade che percorrono il territorio dei significanti scanditi dalla fantasia, decifrati da essa come da una legge sottile, una “scrittura” inaudita, funambolica, che trascina la realtà nel suo alveo magico.
Decisivo è il ruolo dei materiali in queste figurazioni, ogni volta sembra che l’immagine salti fuori da un impasto onirico, tanto è lo spazio lasciato alla fantasia di incollare, legare, ritagliare, muovere cioè continuamente la materia come trascinati da una febbre particolare, che è forse il tratto felice del ri-creare, di intervenire nel già detto, muoversi nella realtà senza poterne cambiare le carte, ma restando quasi per scommessa nel gioco delle cose, e tradendo così l’amore viscerale di appartenervi, prossimi al disincanto per quello che non possiamo, per essere anche noi, in fondo, dei cartoni in cerca di qualcuno che colori i nostri occhi, inventi i nostri abiti, ci “rifaccia nuovi.”
Giuseppe Piscopo lascia a noi tutte le sorprese, la gioia di interpretare, di spiare da dove è partito il suo gioco, entrare nel suo sorriso, e anche nella sua derisione: ecco allora Spaccanapoli significata da una fenditura nel cartone che si apre su un’ampia fotocopia della città, sottolineata in giallo come a ritrarne le vene doloranti, il Vesuvio che diventa una caffettiera antica, un mito dell’infanzia della nostra storia di “moderni”, la sagoma della sirena distesa su un lettino psicanalitico, l’urna elettorale del “ Mistero dell’interno”…
L’arte di Piscopo ci riporta a un’identità percettiva perduta, è ancora una via possibile per uscire dal magma, per “salvare” il cartone della nostra esile anima su un’apetta che costa poco e vale molto, in viaggio di notte per le strade di Napoli come in un sogno dell’infanzia".

Enrica Loggi
29/9/2009

martedì 29 settembre 2009

ON/OFF

Ogni notte si accendono nel cielo... ma noi non le vediamo.
Ogni notte illuminano i nostri sogni... ma noi non dormiamo mai.

Ogni notte come tante amiche ci guardano e parlano del mondo...
ma noi non ascoltiamo mai, noi siamo noi... OFF.



ON/OFF - illustrazione per il concorso"Humour a Gallarate"

sabato 12 settembre 2009



anche a San Giorgio a Cremano i "cartoni" sono stati apprezzati ...

al centro lineadarco una buona presenza di pubblico per
l'inaugurazione della mia micro-mostra
"cartoni animati... ricomincio da tre".

sabato 5 settembre 2009




vernissage venerdì 11 settembre 2009 ore 19,30
Centro Lineadarco San Giorgio a Cremano (NA)

Una micro mostra nel centro culturale
Lineadarco per far conoscere i miei lavori.
Tre le opere esposte, soltanto per stuzzicare la fantasia,

per dare l’idea di come semplici pezzi di cartone
diventino mezzo espressivo per fare arte ...
Cartoni raccolti, tagliati, incollati, manipolati.

Manufatti dal cuore di cartone che si "animano" .

Una riflessione sul recupero, non solo del nostro ambiente

ma di noi stessi e di quei valori civili che la nostra società,
non è riuscita e riesce ancora a trovare.
Nella città natale del grande Massimo non potevo che

... ricominciare da tre.

http://www.lineadarco.it/EventiDarte/Giuseppe_Piscopo.html



martedì 18 agosto 2009

a pochi passi dal Palazzo Ducale di Urbino mercoledì 12 agosto
è stato presentato il terzo numero della rivista UT

il tema proposto ... la "fantasia"




il tavol UT con alcune mie vignette ...



intervento sul tema

L'immaginazione conduce spesso verso l'anima e cattura la sua attenzione...
Il modo "differente" di correre dietro la realtà mai vista prima ...
E' forse questa la fantasia ?




massimo consorti ed io


domenica 3 maggio 2009

Intervista per "il Mascalzone" di Pier giorgio Camaioni.
Quando il gioco si fa duro la carta diventa cartone...

Si è da poco conclusa con successo la sua mostra “Cartoni Animati” alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto. Tutte le sue belle opere in cartone, per riportarle a Napoli, le ha imballate con il cartone?

Sarebbe stato il materiale più idoneo per imballare, ma il contatto tra il “contenuto” e il “contenitore” avrebbe creato sicuramente tra loro problemi psicologici sulla propria identità. Il tutto è stato risolto con un involucro di plastica da imballaggio, quello con le bolle d’aria. 

Dal suo curriculum riscontriamo che da queste parti è quasi di casa [“Acquaviva nei fumetti”, ecc.] No?

Sono quasi trent’anni che trascorro l’estate a San Benedetto del Tronto e che vivo i momenti culturali di questa e di altre città come Grottammare, Acquaviva, Civitanova, ... Nelle Marche ho diversi amici, essendo la mia regione preferita, spero un giorno di venirci a vivere. 

Davvero gustose anche le didascalie. Lo nota la gente? Quando importanti sono per lei?

Alla gente fa piacere leggere un opera, sapere cosa sta guardando. Le mie didascalie, se così vogliamo definirle, sono appunti scritti durante la progettazione dell’opera, quindi sono parte integrante, vivono con essa. Non la spiegano, ma esprimono ciò che ho dentro. Il pubblico ha molto apprezzato questa innovazione trovandola un supporto intelligente.

La collaborazione con “UT” come va? E a Napoli come va “UT”?

La collaborazione con UT è iniziata per caso. Inviai una vignetta, per il primo anno di vita della rivista, al mio caro amico Francesco del Zompo. Da allora ho continuato a trasformare e far rivivere la copertina di UT in vignetta, a secondo del tema proposto. Questa rivista culturale è molto stimolante. Mi auguro che presto possa uscire dai suoi confini attuali per farsi apprezzare anche in altre città e magari arrivare in qualche libreria di Napoli. 

Di lei “non” hanno scritto Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Umberto Eco, … Come ha fatto?

Sono sopravvissuto !!! Avrebbero avuto comunque di che scrivere. Per questo motivo, dopo aver pianto una settimana mi sono rimboccato le maniche. Ho cominciato a girare per trovare un luogo asciutto, per esporre i miei cartoni, mi sono ri-animato anch’io per l’occasione. Poi finalmente … 

Essere napoletani è un vantaggio o no?

“Fujtevenne” disse Eduardo. Essere napoletani è allo stesso tempo un vantaggio/svantaggio. Molti artisti napoletani hanno fatto fortuna lontano da questa città , che da un lato ti penalizza per quello che offre, ma dall’altro ti arricchisce nella creatività dandoti la possibilità di esprimerti in maniera versatile ed originale. 
La sua ironia non è di cartone. Quindi, se piove, lei non si preoccupa?

Avendo un ombrello a portata di mano proteggo i cartoni, ma l’ironia quella la lascio alle intemperie così può rigenerarsi e rinfrescarsi sotto la pioggia battente.

Le hanno proposto(!)di “collaborare” alla nostra raccolta differenziata, ed altre amenità. Ma se alle “Gabbianelle” il cartone non piace, come la mettiamo?

Una mostra sul tema del riciclo della carta e del cartone, dovrebbe suscitare molto interesse da parte delle istituzioni cittadine, delle aziende predisposte alla raccolta, invece il silenzio. Evidentemente alle “Gabbianelle” oltre al cartone non piace nemmeno la cultura, che aiuta a riflettere portandoci a fare delle scelte di vita, in questo caso la raccolta differenziata. 

Quando esporrà a Grottammare non sarebbe interessante la presenza di qualche altro artista napoletano (che goda della sua stima) ma di cui non hanno scritto Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Umberto Eco… ?

Di artisti napoletani che hanno avuto la “fortuna” di non essere citati dai grossi nomi della critica d’arte c’è ne sono, con alcuni, che conosco personalmente, sarebbe bello incontrarsi a Grottammare 
Si faccia una domanda e si dia una risposta...

Me ne faccio due … 
Perché il valore di alcuni artisti viene rivalutato postumo o ignorato dalla critica ufficiale ? 
Perché evidentemente le “penne” costano, costano un occhio...
Perché l’uso del cartone ?
Perché il cartone è nomadeperché il cartone è provvisorio, perché il cartone è democratico, perché il cartone ...,

sabato 18 aprile 2009


“ UN PO’ D’AFRICA IN GIARDINO”
[ Magia di UT ]
di Pier Giorgio Camaioni

Nel giardino della Palazzina Azzurra nelle sere d’agosto fa freddo, si sa. Figurati nei tardi pomeriggi d’aprile. Puoi intirizzirti come in certe notti africane d’estate. ( Mentre passano i treni dei desideri… )
Quando Laura Liberti parla delle sue magiche notti d’Africa, noi 18 ne siamo convinti, anche se non possiamo godere dell’ “ oscurità apparente “ e delle “ stelle che brillano e si scaldano per il ballo“; né ci conviene annusare l’aria (che non profuma di riso tostato ma puzza di scarichi d’automobili).

Però magia c’è. Quella di UT che si presenta all’inizio del suo terzo anno, con Giuseppe Piscopo ai cartoni [performance di “muro” di scatole colorate, a contrastare il teso vento di levante].
(Ascoltando con fatica) ci siamo morti di freddo, ma ne è valsa la pena. La magia, questa sconosciuta, ora la conosciamo un po’. Almeno noi 18.

Più i 4 graziosi bambinetti turisti che, dopo aver razziato per Palazzina in lungo e in largo (nonostante Adelchi), s’immobilizzano per incanto davanti a Giuseppe-muratore di scatole.
Le facce. Occhi sgranati. Oooh!.... Genitori increduli.

Questione di magia.
A fianco se ne parlava.

11.04.’09

giovedì 9 aprile 2009




ESCATOLOGICO …
costruzione dal vivo

Palazzina Azzurra
San Benedetto del Tronto.
sabato 11 aprile 2009
ore 18,00


L’ultimo destino, finiremo isolati dietro il nostro muro mentale, costruiremo ancora barriere perché non sappiamo, nè vogliamo entrare in sintonia con gli altri.
Noi “prossimo” di nessuno . Il valore del marchio reclamizzato guida la nostra scelta.
Noi siamo ciò che compriamo. I nostri valori chiusi, inscatolati, sottovuoto.

Personaggi:
la cazzuola,
la “cardarella”(secchio),
scatole-prodotto (mattoni),
la “marenna”(pasto del muratore)

COSTRUZIONE…
muro di regime
muro di gomma
muro del pianto
spalle al muro
dentro quattro mura

rottura di scatole.

lunedì 6 aprile 2009

PALAZZINA DI CARTONE

di Pier Giorgio Camaioni

C’è dell’oro nel cartone.
Ad un primo sguardo è una sorta d’improbabile giallo, irregolare pozzanghera “Spaccanapoli”, quasi simmetrica lungo lo spacco verticale della città; per sfondo l’orrido centro direzionale.
Oppure sono macchioline seminate sulla mappa di Napoli incollata alla seduta della sedia – icona Mackintosh. Ne parlo incuriosito con Giuseppe, lui mi conferma che è oro. Ed è vero, gli occhi gli brillano quando nomina quei “suoi” posti. Negletti, incastrati, nascosti, del tutto sconosciuti a me, ignorante che fatalmente associo Napoli a immondizia e camorra.
Piscopo artista. Piscopo accompagnatore turistico (a Napoli). E Piscopo raccoglitore di cartoni.
Li preleva al supermercato sotto casa, li manipola, gli dà forma e vita, ne fa mostre come questa. Altro che raccolta differenziata, quelli diventano oro culturale.
Materia-seconda, più preziosa di una materia-prima.
Vorresti provare anche tu, sembra facile. Pensi di recuperare l’antica fantasia e manualità, ma il coraggio, la libertà di bambino, non l’hai più. Potresti massimo copiargli la barchetta del “Mare del Silenzio”, ma dove mettere le mani, per reinventare la Guernica di Picasso, o la Napoli-Cubista?
Solo i cartoni di Piscopo sono animati, giocano, portano pensieri, ricordi:
- l’Apetta di cartone (all’ingresso) col suo carico sproporzionato, ballonzolante ma leggero, mi ricorda Lu sceriff con la moglie, i nostri mitici raccoglitori di cartone. Ci campavano: non era oro, per loro?
- la graziosa Palazzina Azzurra tutta di cartone. Per una volta marron anzichè azzurra. Come il tinello marron di Paolo Conte (ma qui pochi “convivono con un’austriaca”…). Palazzina-di-cartone, oro per noi. Se solo la curassero come la cura e se la coccola Adelchi..
- E al secondo piano, l’emblematico Grande Orecchio cartone-e-spago “Difficoltà di comunicazione”. Qui niente oro. E sì, “quante ce ne sono in giro, di orecchie di cartone”...

domenica 22 marzo 2009

Dal 4 al 15 aprile la mostra "cartoni animati" sarà in esposizione
alla PALAZZINA AZZURRA di San Benedetto del Tronto.

L’ azzurro, il colore che accomuna la “palazzina”con il cielo, con il mare della mia città.

sabato 14 febbraio 2009

domenica 25 gennaio 2009





MONUMENTO EQUO

Di solito un monumento equestre celebra il cavaliere, a me è piaciuto immaginare il cavallo come protagonista. Un cavallo che sulla propria groppa porta libri ... Un cavallo libreria ... Un cavallo a dondolo ...

Un monumento al vivere con la semplicità di un bambino. Il cavallo non come esaltazione eroica, ma momento di riflessione sulla nostra vita frenetica. Un libro, due libri ... un racconto che ci porta lontano pur restando fermi. Un cavallo che dondolando ci lascia pensare, piano ... piano ...