sabato 18 aprile 2009


“ UN PO’ D’AFRICA IN GIARDINO”
[ Magia di UT ]
di Pier Giorgio Camaioni

Nel giardino della Palazzina Azzurra nelle sere d’agosto fa freddo, si sa. Figurati nei tardi pomeriggi d’aprile. Puoi intirizzirti come in certe notti africane d’estate. ( Mentre passano i treni dei desideri… )
Quando Laura Liberti parla delle sue magiche notti d’Africa, noi 18 ne siamo convinti, anche se non possiamo godere dell’ “ oscurità apparente “ e delle “ stelle che brillano e si scaldano per il ballo“; né ci conviene annusare l’aria (che non profuma di riso tostato ma puzza di scarichi d’automobili).

Però magia c’è. Quella di UT che si presenta all’inizio del suo terzo anno, con Giuseppe Piscopo ai cartoni [performance di “muro” di scatole colorate, a contrastare il teso vento di levante].
(Ascoltando con fatica) ci siamo morti di freddo, ma ne è valsa la pena. La magia, questa sconosciuta, ora la conosciamo un po’. Almeno noi 18.

Più i 4 graziosi bambinetti turisti che, dopo aver razziato per Palazzina in lungo e in largo (nonostante Adelchi), s’immobilizzano per incanto davanti a Giuseppe-muratore di scatole.
Le facce. Occhi sgranati. Oooh!.... Genitori increduli.

Questione di magia.
A fianco se ne parlava.

11.04.’09

giovedì 9 aprile 2009




ESCATOLOGICO …
costruzione dal vivo

Palazzina Azzurra
San Benedetto del Tronto.
sabato 11 aprile 2009
ore 18,00


L’ultimo destino, finiremo isolati dietro il nostro muro mentale, costruiremo ancora barriere perché non sappiamo, nè vogliamo entrare in sintonia con gli altri.
Noi “prossimo” di nessuno . Il valore del marchio reclamizzato guida la nostra scelta.
Noi siamo ciò che compriamo. I nostri valori chiusi, inscatolati, sottovuoto.

Personaggi:
la cazzuola,
la “cardarella”(secchio),
scatole-prodotto (mattoni),
la “marenna”(pasto del muratore)

COSTRUZIONE…
muro di regime
muro di gomma
muro del pianto
spalle al muro
dentro quattro mura

rottura di scatole.

lunedì 6 aprile 2009

PALAZZINA DI CARTONE

di Pier Giorgio Camaioni

C’è dell’oro nel cartone.
Ad un primo sguardo è una sorta d’improbabile giallo, irregolare pozzanghera “Spaccanapoli”, quasi simmetrica lungo lo spacco verticale della città; per sfondo l’orrido centro direzionale.
Oppure sono macchioline seminate sulla mappa di Napoli incollata alla seduta della sedia – icona Mackintosh. Ne parlo incuriosito con Giuseppe, lui mi conferma che è oro. Ed è vero, gli occhi gli brillano quando nomina quei “suoi” posti. Negletti, incastrati, nascosti, del tutto sconosciuti a me, ignorante che fatalmente associo Napoli a immondizia e camorra.
Piscopo artista. Piscopo accompagnatore turistico (a Napoli). E Piscopo raccoglitore di cartoni.
Li preleva al supermercato sotto casa, li manipola, gli dà forma e vita, ne fa mostre come questa. Altro che raccolta differenziata, quelli diventano oro culturale.
Materia-seconda, più preziosa di una materia-prima.
Vorresti provare anche tu, sembra facile. Pensi di recuperare l’antica fantasia e manualità, ma il coraggio, la libertà di bambino, non l’hai più. Potresti massimo copiargli la barchetta del “Mare del Silenzio”, ma dove mettere le mani, per reinventare la Guernica di Picasso, o la Napoli-Cubista?
Solo i cartoni di Piscopo sono animati, giocano, portano pensieri, ricordi:
- l’Apetta di cartone (all’ingresso) col suo carico sproporzionato, ballonzolante ma leggero, mi ricorda Lu sceriff con la moglie, i nostri mitici raccoglitori di cartone. Ci campavano: non era oro, per loro?
- la graziosa Palazzina Azzurra tutta di cartone. Per una volta marron anzichè azzurra. Come il tinello marron di Paolo Conte (ma qui pochi “convivono con un’austriaca”…). Palazzina-di-cartone, oro per noi. Se solo la curassero come la cura e se la coccola Adelchi..
- E al secondo piano, l’emblematico Grande Orecchio cartone-e-spago “Difficoltà di comunicazione”. Qui niente oro. E sì, “quante ce ne sono in giro, di orecchie di cartone”...