domenica 3 maggio 2009

Intervista per "il Mascalzone" di Pier giorgio Camaioni.
Quando il gioco si fa duro la carta diventa cartone...

Si è da poco conclusa con successo la sua mostra “Cartoni Animati” alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto. Tutte le sue belle opere in cartone, per riportarle a Napoli, le ha imballate con il cartone?

Sarebbe stato il materiale più idoneo per imballare, ma il contatto tra il “contenuto” e il “contenitore” avrebbe creato sicuramente tra loro problemi psicologici sulla propria identità. Il tutto è stato risolto con un involucro di plastica da imballaggio, quello con le bolle d’aria. 

Dal suo curriculum riscontriamo che da queste parti è quasi di casa [“Acquaviva nei fumetti”, ecc.] No?

Sono quasi trent’anni che trascorro l’estate a San Benedetto del Tronto e che vivo i momenti culturali di questa e di altre città come Grottammare, Acquaviva, Civitanova, ... Nelle Marche ho diversi amici, essendo la mia regione preferita, spero un giorno di venirci a vivere. 

Davvero gustose anche le didascalie. Lo nota la gente? Quando importanti sono per lei?

Alla gente fa piacere leggere un opera, sapere cosa sta guardando. Le mie didascalie, se così vogliamo definirle, sono appunti scritti durante la progettazione dell’opera, quindi sono parte integrante, vivono con essa. Non la spiegano, ma esprimono ciò che ho dentro. Il pubblico ha molto apprezzato questa innovazione trovandola un supporto intelligente.

La collaborazione con “UT” come va? E a Napoli come va “UT”?

La collaborazione con UT è iniziata per caso. Inviai una vignetta, per il primo anno di vita della rivista, al mio caro amico Francesco del Zompo. Da allora ho continuato a trasformare e far rivivere la copertina di UT in vignetta, a secondo del tema proposto. Questa rivista culturale è molto stimolante. Mi auguro che presto possa uscire dai suoi confini attuali per farsi apprezzare anche in altre città e magari arrivare in qualche libreria di Napoli. 

Di lei “non” hanno scritto Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Umberto Eco, … Come ha fatto?

Sono sopravvissuto !!! Avrebbero avuto comunque di che scrivere. Per questo motivo, dopo aver pianto una settimana mi sono rimboccato le maniche. Ho cominciato a girare per trovare un luogo asciutto, per esporre i miei cartoni, mi sono ri-animato anch’io per l’occasione. Poi finalmente … 

Essere napoletani è un vantaggio o no?

“Fujtevenne” disse Eduardo. Essere napoletani è allo stesso tempo un vantaggio/svantaggio. Molti artisti napoletani hanno fatto fortuna lontano da questa città , che da un lato ti penalizza per quello che offre, ma dall’altro ti arricchisce nella creatività dandoti la possibilità di esprimerti in maniera versatile ed originale. 
La sua ironia non è di cartone. Quindi, se piove, lei non si preoccupa?

Avendo un ombrello a portata di mano proteggo i cartoni, ma l’ironia quella la lascio alle intemperie così può rigenerarsi e rinfrescarsi sotto la pioggia battente.

Le hanno proposto(!)di “collaborare” alla nostra raccolta differenziata, ed altre amenità. Ma se alle “Gabbianelle” il cartone non piace, come la mettiamo?

Una mostra sul tema del riciclo della carta e del cartone, dovrebbe suscitare molto interesse da parte delle istituzioni cittadine, delle aziende predisposte alla raccolta, invece il silenzio. Evidentemente alle “Gabbianelle” oltre al cartone non piace nemmeno la cultura, che aiuta a riflettere portandoci a fare delle scelte di vita, in questo caso la raccolta differenziata. 

Quando esporrà a Grottammare non sarebbe interessante la presenza di qualche altro artista napoletano (che goda della sua stima) ma di cui non hanno scritto Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Umberto Eco… ?

Di artisti napoletani che hanno avuto la “fortuna” di non essere citati dai grossi nomi della critica d’arte c’è ne sono, con alcuni, che conosco personalmente, sarebbe bello incontrarsi a Grottammare 
Si faccia una domanda e si dia una risposta...

Me ne faccio due … 
Perché il valore di alcuni artisti viene rivalutato postumo o ignorato dalla critica ufficiale ? 
Perché evidentemente le “penne” costano, costano un occhio...
Perché l’uso del cartone ?
Perché il cartone è nomadeperché il cartone è provvisorio, perché il cartone è democratico, perché il cartone ...,