domenica 27 febbraio 2011

Aurora Caliendo - Gocce di terra

Un articolo di una persona che ha visitato la mia mostra
e che ho letto con sorpresa e piacere allo stesso tempo...
In giro per nostra fortuna ci sono ancora persone sensibili !

Presso la sede del forum universale delle culture, ex asilo Filangieri di Napoli, in esposizione l’installazione di Giuseppe Piscopo, AgnusDei. Quando la riflessione solca le coscienze.

GOCCE DI TERRA
Sono le 18.00 in punto, si entra in quello che è stato un tempo il refettorio di un medievale convento, poi ricovero, luogo di accoglienza, spazio di preghiera. Le luci sono spente, prendono lentamente colore e diffondono calore nell’ampia area che ci avvolge. Lo spettacolo imprevisto dà piacere, reca attesa mista alla curiosità di immergersi in una nuova dimensione esplorativa. È un colpo per le nostre memorie la visione dell’installazione che Giuseppe Piscopo, artista partenopeo, ha creato presso la sede del forum universale delle culture. Antica è oramai per i nostri occhi la plasticità di un aratro, vecchio arnese che per secoli ha regolato il ciclo della vita nei campi, aiutando la terra a produrre frutti che hanno sostentato. Ancora più anacronistica appare la prospettiva che conduce ad una macchina da scrivere con tasti saltati, oggetto d’arredo radical chic ( la Lettera 32 ), sopito ricordo di un’arma-comunicativa di chi non amava avere “padroni”. Seppur di umili oggetti parliamo, hanno, comunque, tracciato il filone delle rivoluzioni culturali. Quale la forza di un aratro, così l’energico pigiare sui tasti, hanno segnato il grado dell’intelligente coscienza umana, marcando lo scorrere della storia, intrecciando le braccia e la mente. La terra va ancora smossa, c’è qualcosa che sale, bisogna scavare, scosse telluriche far assestare… sgorga qualcosa: lacrime di sangue miste a candida inconsapevolezza. Lettere fluttuanti che non smettono di volersi comporre al fine di continuare a raccontare, scrivere, stampare una storia che sia la nostra, gelosa custode di ciò che pensiamo. Vocali universali non si abbattono e segnano il tempo del dire in modo imperituro. Si leva lo sguardo, una canottiera, operaia, gronda sangue: “il corpo, ecco una terra non ancora colonizzata dal potere”. L’Agnus dei, il sacrificio che stiamo immolando sull’altare è quello delle nostre frasi composte. Nessuno riesce più a gridare, nessuno sa scrivere, scuotere, arare. Ma la nostra storia è piena di castelli di cartone che possono crollare o volare a seconda del peso specifico che gli vogliamo donare. Libero è il pensiero? Solo con la morte, no! Io so, ma non ho le prove… E allora anche con pochi tasti si può urlare. Oltre il simbolo, oltre l’esempio: Pier Paolo e Indro sono essenza reale, sostanza che non può svanire. Bianca è la nostra terra, come se tutto fosse stato cancellato, ma l’aratro è passato e la terra ha solcato, dando vita a nuovi frutti che nutrono, questa volta, i nostri pensieri e non il nostro corpo. Le immagini si susseguono, l’arte continua ad essere generatrice di critica, dubbi e speranze. L’aratro dà la vita e noi impariamo a succhiare dalle sue viscere tutto ciò che ci consente di andare avanti. L’aratro dona l’arte in una consonanza che supera l’aspetto formale. Il cartone è materiale umile, come gli oggetti che rappresenta perché è dal basso, dalla terra che nascono le cose più vere ed è con questo elemento che ci ricongiungiamo una volta che non siamo. Nel mezzo un’apertura, spiraglio degli echi di una cultura che non si rassegna all’assordante silenzio che la circonda. Gocce di terra rimangono impresse nei nostri sguardi… le pagine bianche sono tutte da riempire! 

Aurora Caliendo
Napoli, Ex Asilo Filangieri, martedì 22 febbraio 2011

sabato 12 febbraio 2011

un solco lungo e profondo...


Se permettete
voglio solo alzare questa pelle
smuovere e fendere
spaccare l’umano humus
entrarvi dentro con questo vomere
rivoltare la coperta dell’indifferenza.
Tagliare questo bianco mare di carta
con un solco lungo e profondo
e con le mani rugose
spargere i semi di un nuovo alfabeto.
Addormentarmi e sognare di riscrivere
tra queste umide zolle il poema della vita…

gli artisti di AgnusDei


Hanno collaborato (seminato): giuliana Bellini teodosio Campanelli chen Li mauro Cicarè marisa Cortese francesco Del Zompo giuseppe Denti massimo Falsaci fernanda Fedi eliana Frontini samuele Galeotti ornella Garbin anna rosa Gavazzi lisa Grezzi gino Gini gaetano Gravina carlo Iacomucci claudio Jaccarino tania Lorandi ruggero Maggi donato Maniello albino A. Barcolli emanuela Mezzadri giulia Mogno shizue Morioca luciana Nespeca antonella Prota Giurleo maura Rabelli paca Ronco raimondo Rossi rinedda/rino Sorrentino jean pierre Strola alessandro Teoldi.

domenica 6 febbraio 2011

AgnusDei





Un' installazione sulla cultura in un paese dove la cultura è morta da tempo...
Anche nella mia città i funerali li hanno fatti da un pezzo. I politici assenti giustificati ! Loro concedono lo spazio, poi la fossa la devi scavare da solo. Per la resurrezione bisogna aspettare le prossime elezioni...

venerdì 4 febbraio 2011

installazione AgnusDei

Si inaugura domani nella sede della fondazione del forum delle culture l'installazione "AgnusDei". L'opera parla di culture, di terra, di corpo, di poesia, di scrittori e di uno in particolare, che oggi ci manca tanto, Pier Paolo Pasolini...