venerdì 26 aprile 2013

convenzioni

Proviamo per un attimo ad immaginare un mondo senza ipocrisia. Proviamo per un attimo ad uscire fuori dal gioco delle parti. Faremo certamente la fine di tanti personaggi pirandelliani, che se pur hanno capito il “giuoco”, restano imbrigliati dalla vita. Sono impossibilitati ad uscire fuori da tutte le finzioni.

L’uomo, si distingue dagli altri animali non per l’intelligenza, ma per l’ipocrisia. Affabulatore quanto basta, estimatore di se stesso, simulatore di virtù apparenti, attore venuto al mondo per recitare la parte a lui assegnata e vivere secondo un copione. Siamo portati a fingere per avere rapporti sereni con i nostri simili, per mantenere delle relazioni. Dire la verità, dire quello che pensiamo veramente è controproducente, intorno a noi si farebbe il vuoto. Si aprirebbe davanti a noi solo la prospettiva di una serena vita da eremita!

C’è chi è ipocrita per virtù, chi per necessità, chi per professione. Per questi ultimi è impossibile sopravvivere senza la capacità di cambiare faccia, la disonestà diventa automatica. Simulare coi sentimenti, inneggiare alla morale per ottenere favori e attenzioni è di vitale importanza. Anche con Dio le cose non cambiano. I vangeli sono pieni di citazioni sui cristiani di facciata, sepolcri imbiancati.

Ma di chi è la colpa di tutto questo? Per il sociologo è della rivoluzione industriale. Per l’antropologo potrebbe essere del protocollo di Kyoto. Per lo psicologo dei nostri genitori. Per un calciatore sicuramente della moviola in cui rivivono gli errori delle sue azioni. Ma un errore di impostazione c’è stato. Geneticamente ci siamo modificati, l’uomo di Neanderthal non aveva ancora incontrato il gatto e la volpe, parlava da solo, ma poi si è estinto.Ognuno di noi è portato a raccontare la sua verità, per paura o per non urtare la sensibilità altrui. Siamo inchiodati alle regole, l’ipocrisia è come la convenzione di Ginevra. Nella scalata sociale l’umiltà ci porta all’ultimo posto, un posto che nessuno tenterà mai di toglierci. Allora...?
Chi è senza ipocrisia scagli la prima verità!


testo e vignetta per la rivista culturale UT numero di Aprile (tema l'ipocrisia)

mercoledì 24 aprile 2013

premiazione














Non c'e molto tempo questo è un corto
pochi minuti per una storia vestita da donna.
Ho spinto play e sono partita.
Le mie sensazioni sono approdate in questo luogo
dove cantavano le sirene, dove il mare ha portato
fantasie nascoste.














Attraverso un momento che chiamano talento
sono arrivata al tuo indirizzo.
Entro nel buio di questa sala con un fascio di luce
ti racconto di me, delle mie visioni.














I maschi da sempre sono alla regia delle opinioni
ma questa volta è diverso, questa volta dopo i titoli
di coda ti accorgerai  che la migliore interpretazione
del mondo è femmina.
(dedicato alle vincitrici)



giovedì 18 aprile 2013

a corto di donne








Si inaugura oggi la VI edizione di "a corto di donne"
la rassegna internazionale di cortometraggio al femminile.
Per questa edizione ho realizzato delle sculture che saranno
consegnate alle vincitrici del concorso...