venerdì 29 dicembre 2017

OLTRE

In principio fu il verbo, poi vennero gli aggettivi, i sostantivi, i pronomi... Tra avverbi e preposizioni si può frequentare l’immaginazione e anche oltrepassarla. Ho deciso di non aspettare oltre, scrivo. C’è sempre il bisogno di rapportarsi con qualcuno, con qualcosa. Di raccontarsi e valutare le proprie possibilità. L’arte è solo cibo per la mente, spesso diventa il punto di fuga dal proprio destino. Per questo la frequento, gli giro intorno. L’opera, al di là delle apparenze, ti porta oltre, rappresenta se stessa e sfugge a tutte le opinioni. Provare questa libertà è possibile, è utile. Così senza aspettare, si può andare in qualsiasi posto anche se questo non esiste. Ho abitato luoghi indifferenti, poi ho chiesto di uscire. Fuori ho incontrano muri mentali, opinioni celate,  solitudini.
Allora viene voglia di prendere bene la rincorsa e con l’asta saltare più in alto possibile. Superare le proprie posizioni intellettuali, le proprie convinzioni, il proprio modo di essere. Rompere con se stessi, con il potere che controlla la violenza e gli inganni e che si fa beffa del talento. Prove, sfide, obiettivi, classifiche, competizioni. L’egoismo è un ingrediente della nostra vita! Ci porta al guinzaglio, ci indica l’albero dei nostri bisogni. Siamo tutti della stessa religione ma rinunciamo con moderazione, oltre potremmo anche non trovare niente. Dall’oltretomba non si torna. Scolpito nel freddo marmo rimane solo l’epitaffio: “mi sono tolto il pensiero, me ne sono andato senza sapere nemmeno dove!” L’età si consuma lentamente, la storia dell’orrore e degli errori è sempre la stessa. Provare a cambiarla, anche solo scrivendo, lascia aperto lo spiraglio per una possibile pace interiore. Noi siamo dove sono i nostri pensieri, almeno assicuriamoci che siano nel posto giusto.

[pubblicato sul numero 61 di UT dicembre 2017]